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Chi mi ama mi segua

Commento al Vangelo della VI domenica di Pasqua

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C’è sempre la tentazione, negli ambienti religiosi ed ecclesiali, di adagiarsi nella tranquillità della ricerca spirituale, della preghiera comune, della cura delle celebrazioni. Gruppi spesso elitari, piuttosto chiusi ed autoreferenziali, in cui ci si trova bene e talvolta ci si adagia.

In apparenza piccoli capolavori di comunità cristiane, ma vuote nel cuore. Come bomboniere bellissime che tradiscono il proprio senso, servendo solo più come soprammobili.

È bello sentirsi amati e coccolati dal Signore, investiti della grazia e confermati reciprocamente dallo spirito del gruppo. Ma questo è il punto di partenza e il nutrimento, per un cammino verso l’impegno quotidiano: amare il prossimo, colui che ci è accanto ogni giorno.

“Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama” ci ribadisce Gesù oggi. Una frase forte che ci obbliga a ripensare alle sue richieste di fedeltà, di giustizia, di semplicità, di mitezza, di accoglienza e di altruismo. Se le nostre azioni concrete non seguono i suoi passi, in coscienza non possiamo dire di amare il Signore. Ameremo un idolo, cioè il nostro volto che ci sembra di vedere in lui. Mentre è nel nostro volto che si dovrebbe vedere l’immagine sua.

Preghiamo lo Spirito Santo di mostrarci la verità di noi stessi e di difenderci da ogni tentazione. Ci consoli negli sbagli e ci guidi verso il Cristo: “Chi ama me sarà amato dal padre mio, e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. (Gv 14, 21)

 

Gv 14, 15 – 21

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