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Prg Atessa. Fioriti risponde a D'Alfonso: "Andremo fino in fondo"

Il consigliere Fioriti spiega le ragioni del ricorso al Tar ribadendo la volontà di andare fino in fondo

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Non da Brindisi, ma da Pescara arriva il novello cacciatore di Draghi, sopraggiunto ad Atessa qualche milione di anni dopo, per cercare di confondere vieppiù la cittadinanza, come se non bastasse il sindaco attuale, sui fatti e misfatti della variante al piano regolatore, scippato alla competenza del Consiglio comunale per approdare in terra altrui, verosimilmente perché non si vuole si discuta in città, nella sua sede naturale.

Questa mattina, niente poco di meno che il Presidente della Commissione finanze e partecipazioni al Tesoro, del Senato della Repubblica, ha indetto una conferenza stampa , nei locali della provincia di Chieti, per sparlare di Noi e della Regione  (ove, a suo tempo, è scappato) sulle vicende legate alla variante al piano regolatore generale del Comune di ATESSA.

Ora, che il Senatore D’Alfonso, essendo abruzzese, possa essere interessato anche ai problemi di ATESSA, nulla quaestio, ma se lo stesso indice una conferenza stampa, in nome e per conto della commissione di cui fa parte nel Parlamento italiano (v. carta intestata di convocazione), allora c’è sicuramente qualcosa di anormale, di strano e di confuso.

È come se chi scrive avesse organizzato una conferenza stampa sullo stesso argomento, invitando i giornalisti con la carta intestata della Questura di Macerata.

Questo sì che avrebbe investito la Procura della Repubblica, così come dovrebbe – dico dovrebbe per ovvi motivi - essere per la nota personalità citata.

Comunque, ignorando per un attimo questa esternazione di “onnipotenza” finalizzata ad attrarre la maggior parte dei giornalisti, entrando nel merito di quanto affermato, ci rendiamo conto, in primis, che anche a Lui, al Senatore, hanno dato le carte sbagliate, come successo ai consiglieri comunali di Atessa con le slides.

Quindi, Borrelli, frequentando Le Procure, avrebbe dovuto riportare anche questa circostanza, dal momento che alcuni atti trasmessi ai consiglieri per la discussione in consiglio sono risultati non corrispondenti al vero, tant’è che sono stati inviati correttamente il 14 gennaio, ma il consiglio era già stato fatto una settimana prima.

Il cacciatore di draghi, quindi si aggira anche lui nell’antro dei filosofi del diritto positivo per confondere ancor più le idee ai cittadini di Atessa che, sinceramente, si sono stufati di tutta questa querelle sul piano regolatore generale,  la cui soluzione – se davvero si volesse bene ad Atessa – starebbe sempre più nella riconvocazione da parte del  sindaco del consiglio comunale, previo annullamento della delibera,  consentendo così a tutti una sana discussione dal momento che, siamo venuti a sapere ( per vie traverse non avendone discusso nel suo seno), che gran parte dei consiglieri interessati al conflitto di interesse si verrebbe a trovare in una situazione addirittura di svantaggio e di perdita, rispetto alla situazione precedente,  per cui addirittura verrebbe a concretizzarsi una diminutio del vantaggio patrimoniale, facendo tingere di ridicolo tutte le argomentazioni portate al mulino della “incompatibilità”.

Si ricorda, infatti, che il Consiglio di Stato, in più occasioni, ha chiarito che per esserci  il conflitto di interesse vi deve essere “il concreto vantaggio, diretto ed immediato”… Lo stesso Consiglio precisa, poi, che “non è sufficiente la generica circostanza relativa alla semplice condizione che alcuni consiglieri siano proprietari di fondi o immobili”

Ecco, da queste semplici considerazioni, senza scomodare il grande Santulli, scaturisce la presa di posizione che porta al ricorso al Tar: Si fa Ricorso perché non è stato consentito ai consiglieri comunali di discutere del piano regolatore e conseguentemente non è stato possibile farlo conoscere ai cittadini, che nulla sanno al riguardo, eccetto qualche sprazzo propagandistico generato dalla macchina giornalistica della maggioranza.

Adesso vediamo gli atti acquisiti dalla “Commissione finanze e partecipazioni al Tesoro, del Senato della Repubblica”, per mezzo del suo presidente D’Alfonso:

Dice DAlfonso; “Il sindaco trasmette la delibera del consiglio comunale, approvata a maggioranza, in cui si chiede la nomina di un commissario ad acta. È la maggioranza del consiglio che ha deciso di non poter votare il Prg. Il sindaco ha trasmesso alla Regione la richiesta del consiglio e la documentazione tecnico-giuridica, con una sua nota esplicativa…  

  • Ma non sa che la variante al piano regolatore non è stata per nulla discussa.
  • Non sa che le slides trasmesse durante la seduta sono diverse da quelle consegnate ai consiglieri prima della riunione;
  • non sa che non c’è stato verso di verificare – come più volte ribadito dal Consiglio di Stato – la sussistenza o meno delle cause di incompatibilità dei consiglieri, come da Noi richiesto;
  • non sa – come già detto – che l’interesse concreto di alcuni consiglieri, nella variante, si manifesta con uno svantaggio patrimoniale e non nel concreto vantaggio richiesto dal Massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa.

Dice, inoltre, D’Alfonso che “Borrelli di tutta la vicenda invierà accurata informativa alla Procura affinché valuti eventuali profili penali per omissione di atti d’ufficio da parte del dirigente regionale e di altre persone coinvolte”.

Al riguardo si spera che il Sindaco trasmetta anche gli atti consegnati ai consiglieri prima del consiglio, da dove si evince una variazione dell’indice di edificabilità a 1mc/mq che avrebbe ridotto e di parecchio la possibilità di costruire in alcune zone, e quelli trasmessi il 14 gennaio, a consiglio fatto, ove l’indice di cui sopra torna ad essere dell’ 1,5 mc/mq.

Circa i colpi di scena che si sono verificati nel corso della vicenda de qua, il Presidente della Commissione finanze e partecipazioni al Tesoro, del Senato della Repubblica, dice di conoscerle tutte, ma omette quella relativa al fatto che i consiglieri sono stati convocati il 5 gennaio per l’ordine del giorno, più volte citato, in una aula disertata dalla maggioranza, fuggita per mancanza di numeri e ripresentatasi soltanto il 7 successivo, in seconda convocazione, quando per approvare una delibera occorrevano soltanto 7 consiglieri.

Certo che, se per noi la campagna elettorale è cominciata da un po’, ma si vota a maggio/giugno, cominciare adesso la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali abruzzesi, che si terranno nel 2024, potrebbe condurre ad un affanno ansioso, pur essendo cavalli di razza!!

Dopo tutte queste affermazioni di cui la gente atessana e stufa, noi ribadiamo la nostra volontà ad andare sino in fondo perché i cittadini meritano di sapere quale sarà il futuro del suo territorio e chi sono coloro che si avvantaggiano dalla nuova variante al piano regolatore. Tappare la bocca al consiglio comunale e delegare ad un terzo la decisione sull’argomento è cosa che potrà pure avere una validità giuridica, ma è assai riprovevole per chi amministra la città, non potendo che essere considerato un atto di impotenza, per fuggire dalle proprie responsabilità, come del resto è imbiancata tutta la legislatura del quinquennio.

Per fortuna abbiamo la possibilità di cambiare. E cambieremo

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