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Addio a Robert Venturi, il maggiore esponente dell’architettura post moderna dalle origini atessane

Il suo legame con Atessa, i viaggi e il racconto dell’ultimo saluto alla città che diede i natali alla sua famiglia

Redazione
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Proprio di ieri la notizia della scomparsa di Robert Venturi uno dei più grandi protagonisti della storia dell’Architettura Contemporanea, massimo esponente della corrente postmoderna e considerato nell’olimpo della grande architettura del nostro secolo. Un protagonista che ha alle spalle un’intensa carriere artistica ed architettonica, segnata dai più grandi premi, ma anche con un profondo legame con la città di Atessa i cui rapporti sono stati di recente ricostruiti da Vincenzo di Florio, ingegnere di Atessa e cultore della materia in Storia dell'Architettura Contemporanea presso la Facoltà di Ingegneria di L’Aquila.

“Architetto statunitense, Robert Charles Venturi, chiamato semplicemente Bob, nasce a Filadelfia il 25 giugno 1925 da una famiglia di origine atessana - scrive Di Florio - suo padre, Roberto Carlo Alfredo, era nato il 15 novembre 1880 in Atessa da Domenico e da Maria Rosaria Vitulli, in una piccola abitazione in via Salita Castello nel quartiere storico di Santa Croce. Roberto Carlo Alfredo era il primo di quattro figli tutti nati ad Atessa: Adele Chiara Verginia (11.08.1883), Antonio Luzio Eduardo (25.09.1887) e Annina Teresa Maria (26.07.1890); la famiglia Venturi emigra in America nel 1891.

"A Filadelfia, sede dell’Esposizione Universale del 1876, intorno al 1880 cominciano ad arrivare gruppi e famiglie di atessani che nella stragrande maggioranza andarono ad abitare in un isolato ove risiedevano per la maggior parte immigrati di origine abruzzese, all’interno di un quartiere tutto italiano situato nelle vicinanze del fiume Delaware. La maggioranza di loro trova occupazione nel settore tessile, in particolare presso una nota azienda di proprietà di Michelangelo D’Onofrio, figlio di Pietrangelo e Carmela Iannone nati ad Atessa, pochi invece sono impegnati nel piccolo commercio e nell’edilizia. Domenico Venturi, “costruttore edile”, arrivato a Filadelfia, si dedica al commercio di prodotti ortofrutticoli. La prematura scomparsa del padre induce il giovane Roberto ad abbandonare gli studi di architettura e a rimpiazzarlo nell’attività di famiglia; nel 1924 sposa Giovanna Luisi, detta Vanna, di religione quacquera, femminista e di idee socialiste, nata a Washington nel 1893 da genitori originari di Foggia. Si stabiliscono a Upper Darby, piccolo comune dell’area occidentale di Filadelfia.”

Un rapporto con Atessa che ha lasciato tracce anche nei documenti reperiti presso l’Archivio Comunale di Atessa, ma anche a seguito di colloqui e telefonate con amici italiani della famiglia Venturi e con storici dell’Architettura che lo hanno intervistato.

“In diversi documenti d’archivio – prosegue Di Florio - si trovano notizie di somme elargite da associazioni di italiani residenti a Filadelfia in favore della società civile atessana, a testimonianza di un forte legame con la terra e con la comunità  d’origine: si pensi ai fondi inviati per l’assistenza civile in Atessa durante la guerra italo - turca, a quelli per la realizzazione del monumento ai caduti della Prima guerra mondiale o ai contributi annualmente versati per le feste patronali. Negli elenchi delle offerte, sovente si trova il contributo versato da Roberto Venturi.

Le buone condizioni economiche della famiglia consentono a Robert di frequentare scuole rinomate come l’Episcopale Academy; per agevolare questa frequenza la famiglia Venturi si trasferisce  nel quartiere di Rosemont. La passione dei genitori per tutto ciò che è arte, un forte interesse per la storia e l’architettura e una sua forte propensione per il disegno, precocemente manifestata, portarono Robert a iscriversi alla facoltà di architettura nella prestigiosa Università di Princeton ove nel 1947 consegue il titolo di Bachelor of Art. Nel 1948 viene per la prima volta a Roma. Questo viaggio rappresenta un primo importante periodo formativo esplicato attraverso la conoscenza e la visita di alcuni monumenti dell’architettura italiana presenti nella capitale. E’ forse importante sottolineare che in questo primo viaggio Robert non visita Atessa; questo potrebbe essere spiegato con il grande sforzo di integrazione nella società americana compiuto dalla sua famiglia. Nel 1950 consegue, sempre alle Princeton University, il Master di fine Arts, quindi segue un periodo di tirocinio professionale che gli consente di frequentare studi di architettura prestigiosi e di entrare in contatto diretto con architetti famosi come Eero Sarinen, Oscar Storonov e Louis Kahn, quest’ultima una figura importante, per le riflessioni teoriche e storico - progettuali sviluppate successivamente. Nel 1952 i genitori del Nostro visitano l'Italia. Mentre del loro viaggio si ha certezza, è solo ipotizzabile che il padre abbia voluto visitare Atessa, suo paese natale. L’Architetto, con la vincita del Roma Prize, ottenne una borsa per un periodo di studi presso l’America Accademy di Roma, Venturi tornò in Italia per due anni”.

“Durante questo periodo – ricostruisce ancora Vincenzo Di Florio - sono numerosi i viaggi del giovane borsista sul territorio italiano: il tour in Abruzzo, molto sollecitato dai genitori, risale al febbraio del 1955  e lo porterà fino ad Atessa. Per Robert, affascinato dalle chiese romaniche, quello in Abruzzo è un viaggio esplorativo attraverso l’architettura vernacolare abruzzese e nello stesso tempo una presa di coscienza anche delle condizioni economiche di estrema arretratezza delle popolazioni locali. Tornerà in Atessa nella primavera del ‘56, di ritorno da un viaggio che aveva organizzato per conoscere Matera e per rivisitare la città di Lecce e il suo barocco. Ritornerà all’ Accademia Americana a Roma  dopo dieci anni ma come “architects in residence”. A partire dagli anni ’60, dopo la scomparsa del padre avvenuta nel ’59 e un periodo di tirocinio presso lo studio di Louis Kahn, Robert Venturi ritorna a vivere a Filadelfia ove apre un proprio studio professionale: nel 1964 inizia una collaborazione con John Rauch che si è ampliata e arricchita con quella di Denise Scott Brown a partire dal 1967”.

Un percorso e una carriera artistica ed accademica di grande successo, negli anni ottanta il suo ultimo viaggio che lo riportò ad Atessa, un breve soggiorno nei piccoli paesi dell’Abruzzo che consente a Venturi di tornare a conoscere la cultura e le tradizioni della sua famiglia. Un ricordo ancor più prezioso di questo breve ritorno è stato fornito dalla moglie Denise Scott Brown che, nei mesi scorsi, proprio in uno scambio di mail con Di Florio racconta il viaggio con il famoso architetto ad Atessa.

E sì, eravamo ad Atessa nel 1980 quando nostro figlio aveva 9 anni. Bob voleva mostrare a nostro figlio il luogo di nascita di suo nonno. Quando insegnavo alla UCLA, avevo due studenti italiani, una coppia sposata, Franco e Margherita (Rossi) Paulis. Sono diventati nostri buoni amici. Per coincidenza, Franco, era l'urbanista di Atessa. Così ci hanno accompagnato lì una mattina. Abbiamo adorato l'unità e la posizione delle due città, Ate e TIXA. Penso che fosse una domenica mattina perché, quando ci fermammo, non vedemmo nessuno se non un uomo con un asino che trasportava un grosso cordone di legna da ardere. Questo era assolutamente strano per un piccolo ragazzo americano, ma ovviamente fantastico, perché il suo commento è stato "Questa è una città MOLTO BELLA!" Anche Bob si commosse. Purtroppo non siamo potuti rimanere per incontrare qualcuno o mangiare un pasto. "Torneremo", abbiamo detto, ma come potevamo sapere che sia Franco che Margherita sarebbero morti presto? Quindi non abbiamo registrato il  viaggio e non c'è stato un successivo. Ora siamo troppo vecchi per viaggiare, ma custodiamo questa memoria felice. Bob ha compiuto 93 anni il 25 giugno e io ne ho 86. Tutti noi inviamo a voi e a Atessa i nostri più calorosi saluti”.

 

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