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Appello dei sindaci del Sangro-Aventino per investimenti nella sanità delle aree interne

Diciannove Sindaci denunciano l'abbandono sanitario e chiedono riconoscimento per le comunità interne dell'Abruzzo

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Gli investimenti nella sanità delle aree interne sono al centro dell’appello lanciato oggi da diciannove sindaci del Sangro Aventino. Con un comunicato stampa questi sindaci raccontano di una crescente preoccupazione per la situazione sanitaria nelle zone interne dell’Abruzzo. 

A protestare sono i sindaci di Altino, Casoli, Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Fara San Martino, Gessopalena, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennadomo, Pennapiedimonte, Perano, Roccascalegna, Sant’Eusanio, Taranta Peligna e Torricella Peligna.

I primi cittadini denunciano l’abbandono e la marginalizzazione a cui sono costretti i 27mila abruzzesi residenti nelle zone interne del Sangro-Aventino. Si pone l’attenzione sulla decisione di portare l’apertura dei Punti di Primo Intervento da 24 ore a sole 12 ore. “È una decisione da bocciare senza esitazione – affermano i sindaci - . La vita dei nostri cittadini non può essere compromessa da tali decisioni. La necessità di garantire una copertura medica continua non è un lusso, ma un diritto fondamentale.”

Inoltre, la denuncia degli amministratori locali si sofferma anche sulla presenza in pianta stabile di medici per le visite specialistiche ambulatoriali. Si tratta di un servizio essenziale per una popolazione la cui età media tende a salire sempre più. Da non sottovalutare anche la difficoltà dei residenti, soprattutto gli anziani, a spostarsi e fare lunghi tragitti. 

“La carenza di personale del servizio di dialisi – specificano i sindaci delle aree interne - costringe i pazienti a lunghe e faticose trasferte, aggravando ulteriormente la loro condizione e aumentando il costo per la sanità pubblica.”

A questo problema è strettamente connesso anche il depotenziamento del servizio di emergenza-urgenza territoriale. A quanto dicono le postazioni 118, afferenti al presidio di Casoli, risulterebbero da anni senza medico a bordo. La Asl Lanciano-Vasto-Chieti aveva annunciato, a tal proposito, l’arrivo di automediche a supporto delle ambulanze, ma il servizio non garantirebbe la giusta continuità e sarebbe limitato ad alcuni giorni del mese. 

“Comprendiamo il problema nazionale della gravissima mancanza di medici, dovuti ad una scarsa programmazione nazionale e più che decennale, - proseguono i sindaci - ma non possono essere sempre le zone interne a pagare pegno.”

“Le aree interne dell'Abruzzo, ricche di tradizioni, cultura e bellezze naturali, - dichiarano - meritano rispetto e dignità. Non chiediamo privilegi, ma investimenti adeguati che riconoscano il valore e l'importanza delle nostre comunità. La marginalizzazione delle aree interne non è solo una perdita per chi vi abita, ma per l'intera regione.”

“Chiediamo con forza che la salute dei cittadini delle aree interne non venga compromessa da decisioni miope e non condivise – concludono i sindaci del Sangro-Aventino - È ora di guardare oltre la costa e riconoscere che l'Abruzzo è fatto anche, e soprattutto, delle sue splendide zone interne. La loro rinascita e il loro benessere sono essenziali per l'intera regione.”

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