L’Abruzzo da domenica tornerà di nuovo zona arancione. Lo ha annunciato nella tarda serata di ieri il presidente della Regione, Marco Marsilio, dopo aver ricevuto uan telefonata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che lo informava dell’imminente pubblicazione dell’ordinanza.
“Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza, alla sua firma questa sera, che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”
Il governo per bocca del ministro agli affari regionali, Francesco Boccia, aveva appena dichiarato la propria soddisfazione per la sentenza di sospensiva adottata dal Tar de L’Aquila: “Con la sentenza del Tar Abruzzo che ha sospeso l'ordinanza del Presidente Marsilio, che aveva autonomamente portato la Regione da zona rossa ad arancione, è stato rispristinato il principio della tutela prioritaria della salute Non è tempo delle polemiche.”
Si fanno sentire anche le opposizioni in consiglio regionale. “Al posto di continuare ad alimentare lo scontro istituzionale, Marsilio riparta dall'accordo che ha poi violato, affinché l’Abruzzo esca prima di Natale dalle restrizioni, facendo scattare i 14 giorni previsti della zona arancione da mercoledì 9 dicembre” afferma il capogruppo PD Silvio Paolucci.
L’Abruzzo, quindi, resterà in zona rossa per la giornata per tornare in zona arancione solo allo scoccare della mezzanotte.
“Aumenta il clima di incertezza in Abruzzo – denuncia con un post Confcommercio Chieti – dovuto ai conflitti istituzionali tra organi dello Stato. Abbiamo riaperto i nostri negozi dopo aver accumulato debiti con l'amara consapevolezza che i costi fissi hanno superato gli incassi e oggi, 12 dicembre di sabato, ancora negozi chiusi!”
“Le decisioni comunicate sempre a tarda sera e sempre nel fine settimana – conclude il post – impediscono ai commercianti di organizzarsi e ai consumatori di orientarsi. Questo caos aumenta il rischio di "detonare" la protesta di categorie esasperate e allo stremo. Abbiate rispetto di gente che lavora e che ha voglia di farcela!”