Torna un incubo che si credeva messo da parte, dopo la richiesta presentata di recente al Comune di Atessa da parte di una nuova società , si apre la possibilità di un ritorno della Ciaf in Val di Sangro, allarme lanciato ancora da Legambiente e dai circoli di Atessa e Paglieta. Parte così la mobilitazione, della scorsa settimana infatti anche l'incontro che ha coinvolto associazioni, cittadini e l'Amministrazione Comunale di Atessa, convocato un tavolo operativo che coinvolgerà le diverse parti nei prossimi giorni.
âAllâepoca dei fattiâ - dichiara Luzio Nelli di Legambiente Abruzzo - âcontrastammo subito il tentativo di far passare come una semplice variante gestionale la richiesta per il trattamento dei rifiuti pericolosi con lâacquisizione di nuovi codici. Questa nostra avversione all'iter autorizzativo, fu tradotta su uno specifico dossier di Legambiente, con osservazioni scientifiche puntuali che evidenziavano i limiti strutturali dellâimpianto non adeguato per il trattamento dei rifiuti di cui si faceva richiesta. Il dossier fu consegnato agli organi competenti, quali Comune di Atessa, Regione Abruzzo e Commissione VIA.â
âDue erano i punti su cui lâassociazione sollevò dubbi - continua Nelli - confermati successivamente dagli eventi: il primo riguardante la gran mole di rifiuti, circa 210.000 tonnellate di rifiuti lâanno, da trattare senza unâadeguata tecnologia e il secondo riferito allâubicazione dellâimpianto in unâarea passata da zona industriale a zona artigianale-commerciale cioè area urbanizzata e, quindi, non adatta per le emissioni altamente inquinanti e la probabilità di rientro nella direttiva Seveso.â
âPer coerenza con quanto dichiarato e fatto negli anni dalla nostra associazione - dichiara Rebecca Virtù, segretario del Circolo Legambiente di Atessa - ci opponiamo alla riattivazione della Ciaf. Ieri come oggi questo impianto, come altri a forte impatto ambientale, è incompatibile con la nostra idea di sviluppo della Val di Sangro. La nostra proposta è quella di un ecodistretto industriale, uno strumento di gestione del territorio che tenga insieme qualità dellâacqua, suolo e aria; un distretto rifiuti free, con aziende che utilizzano energie rinnovabili, attraverso lâautoproduzione e la generazione distribuita. La Val di Sangro deve diventare un pilastro della green economy attraverso la decarbonizzazione e la smaterializzazione delle attività produttive.â