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Giornata aborto sicuro, Pro Vita Famiglia: “Di sicuro solo l'omicidio del figlio”

Intervento di Carola Profeta, referente del Circolo Territoriale Abruzzo e Molise

Redazione
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“Le uniche cose “sicure” quando parliamo di aborto sono la morte del figlio nel grembo materno e le bugie che vengono raccontate alle donne per convincerle che quella sia l’unica strada possibile di fronte a una gravidanza difficile o inattesa. Oggi siamo arrivati al punto di promuovere il presunto diritto all’aborto come preferibile al sicuro diritto alla vita, come emerge dalle agghiaccianti reazioni al dramma della mamma di Parma che ha sepolto nel giardino di casa i suoi due figli, portando molti a dire che, invece di ucciderli dopo il parto, avrebbe dovuto farlo prima con l’aborto. O siamo arrivati al punto di dire che l’aborto è una forma di autodeterminazione della donna che va tutelata. Ma nessuno dice la verità, ovvero che l’aborto è l'unico atto di autodeterminazione della donna da cui però non si può tornare indietro. Diciamolo questo alle donne. Una volta che hai posto fine alla vita di tuo figlio, che è unica e irripetibile, diventa una scelta irreversibile. Se c'è qualcosa di “non sicuro”, “non libero” e “non gratuito” oggi in Italia è dunque proprio il diritto di vivere a pieno la maternità, come anche la paternità, dato che il nostro sistema sociale continua a costringere donne e uomini a una disperata scelta tra la vita familiare o quella lavorativa, tra il portare il pane a casa o avere il tempo di abbracciare i figli”.

Così Carola Profeta (foto), referente del Circolo Territoriale di Pro Vita & Famiglia in Abruzzo e Molise, in occasione della Giornata Internazionale dell’aborto libero, sicuro e gratuito che si tiene, ogni anno, il 28 settembre e in risposta alle parole della segretaria della Cgil Abruzzo Molise, Alessandra Tersigni, che ha chiesto al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di “tutelare l’autodeterminazione delle donne con l’accesso all’aborto” ; proprio la CGIL che fu una delle prime ad esprimere soddisfazione per una delibera del dg della asl di Pescara che chiedeva di tornare ad applicare la circolare di Speranza (annullando la circolare dell'assessore alla sanità della Regione Abruzzo) che prevede la somministrazione della RU486, la pillola che induce l'aborto farmacologico, anche senza ricovero ospedaliero. Mi domando come viene garantita la salute della donna lasciandola abortire da sola in casa senza assistenza medica.

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