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L’Abruzzo che piange, ma anche quello pronto a rialzarsi con dignità e con la forza della solidarietà

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Non ci sono parole per raccontare quello che in questi giorni è apparso davanti agli occhi di tutti, rimbalzato sulle cronache nazionali, immagini che hanno raccontato della difficoltà, dello sconforto per tutte le tragedie che hanno riempito una regione, la nostra.

Allo strazio per chi non c’è più, le 29 vittime di un hotel devastatao dal peso della valanga, ed alla speranza e alla rinascita di 11 persone che da quella valanga sono riusciti a risalire alla vita, si è aggiunta la preoccupazione di tanti bloccati nelle case dalla neve e su una terra che trema e fa tremare l’anima e i ricordi.

Il dolore immenso e struggente per l’epilogo di una storia che dall’inizio ci ha fatto sperare, tenendoci stretti per vedere ancora, fino all’ultimo, gli applausi e la gioia dei soccorritori che sono stati capaci di riportare la luce nel buio della neve.

A tutto questo però si sommano storie di chi non ha esitato a darsi da fare per giorni interi, di chi ha aiutato, parlato, confortato, ed anche di chi è riuscito a trovare un sorriso, lontano da casa in uno dei campi per i terremotati, storie di chi ha sperato fino all’ultimo e di chi ha deciso di non abbandonare mai la propria terra, qualunque cosa accada.

Storie di giovani che hanno preso la pala per dare una mano a chi aveva bisogno, oltre tutte le dichiarazioni ufficiali, storie di eroi quotidiani e sconosciuticome quelli che a mani nude hanno aiutato quei piccoli bambini ad uscire dalla neve che li aveva imprigionati.

Una terra, la nostra, dove il mare è una delle grandi meraviglie, ma dove voltandosi dall’altra parte si vede la montagna, la nostra Majella e il nostro Gran Sasso, quello cantato dai poeti simbolo di un popolo che alla vita di montagna ci è abituato. 

E allora alle immagini e allo strazio da buoni abruzzesi non possiamo che ripeterci quella frase che ci rappresenta, quella che cominci a capire solo quando cresci in quei paesi che sono il vanto della nostra regione, salvezza del nostro territorio, e così preziosi da custodire, belli da vedere, che sembrano piccole bomboniere da tenere a portata di mano, come un souvenir anche quando sei troppo lontano da casa.

Gli abruzzesi possono rialzarsi, mostrando a tutti quanto c’è di più di genuino in un popolo che si tiene stretto anche nel momento della tragedia, con un dolore composto che si porta dentro.

Possiamo reagire a tutto questo e con quello spirito che ci contraddistingue siamo pronti a darci da fare, per portare il conforto, la spalla per affrontare il dolore, forti proprio come il mare e quelle montagne che ci rappresentano, capaci di essere degni di quel detto. Sì, l’Abruzzo è Forte e Gentile, e noi siamo fieri di essere Abruzzesi. 

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