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Honeywell: sospeso lo sciopero i lavoratori chiedono "Adesso cosa facciamo?”

Ieri l’assemblea ad Atessa con sindacati e istituzioni dopo la notizia della chiusura dello stabilimento

Redazione
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ATESSA – I 420 lavoratori Honeywell hanno così ascoltato le parole che non avrebbero mai voluto sentire, di ieri la decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento in Val di Sangro per questo i rappresentanti delle sigle sindacali hanno incontrato i lavoratori nell’Assemblea che si è tenuta all’interno della Sala Polivalente di Atessa. Presenti molti amministratori, sindaci dei comuni della Val di Sangro e Assessori, a prendere parte all’assemblea anche il vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.

Tanti i lavoratori, arrabbiati e delusi dopo un lungo sciopero, gli stessi che chiedono che cosa li attende proprio a partire da oggi.  L'azienda ha comunicato la chiusura nella primavera del 2018, inutili gli sforzi messi in campo anche dal Ministero, fino alla messa a disposizione degli incentivi. Tanta la preoccupazione di molti lavoratori che nel corso dell’Assemblea hanno continuato a chiedere “E adesso che cosa facciamo?”.

Presa la decisione di sospendere lo sciopero: i lavoratori torneranno nello stabilimento, il primo giorno sarà di ferie e il secondo sarà di formazione, l’azienda infatti, come riferito dai sindacati, sarà pronta ad organizzarsi a partire dal terzo giorno. Successivamente rientrerà il 50% dei lavoratori, in rotazione secondo quanto previsto dal contratto di solidarietà.

Nel frattempo verranno valutati i prossimi passi in accordo tra lavoratori e sindacati, “Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare, - le parole di Davide Labbrozzi per Fiom Cgil -  non solo in termini di iniziative concrete ma anche di coinvolgimento, siamo forse arrivati un po’ in ritardo perché non è possibile che un’azienda costruisca un stabilimento a qualche km più in là senza che nessuno sappia niente. Era una battaglia difficile, abbiamo provato con la lotta sindacale, e penso che dobbiamo continuare con questa. Vi chiedo di non dividerci e di continuare a stare uniti come abbiam fatto in queste settimane.”

“Ci dobbiamo lavorare, in questo momento stiamo vedendo tutte le proposte che potremmo fare a Roma. Il peso della battaglia l’avete portato sulle spalle voi – il vice presidente Lolli si rivolge ai lavoratori che chiedono spiegazioni sul futuro e sull’impegno delle istituzioni – ma questa non è solo la vostra ma è una battaglia per il territorio e per la regione, nessuna è così grave. Ci sono 420 persone che vanno a casa senza considerare tutti quelli dell’indotto, questa è la più importante vertenza dell’Abruzzo. Da questo momento in poi, noi come istituzioni dalla Regione e fino al Ministero, insieme ai sindacati, incominciamo a lavorare a tutte le proposte alternative che è possibile mettere in campo. Riferiremo ogni passaggio, questo percorso lo faremo fino in fondo."

Come espresso anche dai sindacati, in questo momento resta aperto il discorso sugli ammortizzatori sociali e sulle possibilità di conversione del sito, azioni che verranno messe in campo dall’interno dopo la decisione di rientrare nello stabilimento. Tra i prossimi passi anche l’incontro previsto per il 21 novembre a Roma con il Ministro Calenda.

 

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