La Cgil Abruzzo-Molise lancia l’allarme sull’emergenza sociale rappresentata dagli infortuni sul lavoro da Covid-19.
Una vera emergenza sociale, secondo la Cgil regionale, fotografata dai dati del 26° report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail che evidenzia come le denunce per infortuni covid nel primo trimestre del 2022 abbiano raggiunto quota 48.790, al pari del numero dei casi totali registrati in tutto il 2021, ossia 47.858 casi. I decessi registrati inseguito a infortuni da covid-19 sono stati solamente 5.
Secondo i dati rilevati nella nostra regione tra gennaio 2020 e marzo 2022, le denunce in Abruzzo sono state 4655 di cui 32 mortali. I settori in maggior sofferenza a questo riguardo sono ovviamente il comparto sanitario e dell’assistenza sociale con il 73,9%, a seguire quello del noleggio e servizi alle imprese con il 9%.
Spulciando tra i dati, diffusi dalla segreteria regionale del sindacato, possiamo notare come la provincia più colpita sarebbe la nostra con 1376 casi denunciati e il 29,5% di incidenza sul totale, seguita dalla provincia di Teramo con 1251 denunce e il 26,9% di incidenza, poi Pescara con 1069 casi e il 23% di incidenza e L’Aquila con 959 casi e il 20,6% di incidenza.
“Questi dati dimostrano ancora una volta la necessità di non abbassare la guardia tutelando i lavoratori ed evitando di ritenere superflui norme, accordi e protocolli che invece vanno gestiti attraverso un costante e continuo confronto con le parti sociali. Protocolli necessari a rendere i luoghi di lavoro e di vita sicuri sia per le lavoratrici e i lavoratori che vi operano sia per i cittadini” afferma il segretario regionale della Cgil Abruzzo e Molise Francesco Spina.
“Serve, oggi più che mai, - continua il segretario - intervenire sul Sistema Sanitario potenziandolo e ponendolo nelle condizioni di rispondere adeguatamente alle conseguenze di due anni di pandemia oltre che alle ordinarie necessità di trattamenti sanitari che, nel frattempo, hanno visto un allungamento dei tempi.”
“Il sistema sanitario pubblico - conclude Spina - era stato riscoperto come punto critico su cui investire per evitare in futuro quello che abbiamo vissuto ma, come spesso succede, al di là di qualche piccolo segnale derivante dal PNNR, ci si è già dimenticati dell’estremo bisogno di tornare massicciamente ad investire nella qualità sanitaria per gestire eventi straordinari ma garantire anche tutta la tutela ordinaria di cui si ha bisogno senza dover scegliere.”