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Le domande di Uniti per Casoli sull'Omnicomprensivo

Il gruppo di maggioranza risponde alle polemiche sull'Omnicomprensivo

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Chi parla di scuola, anche da pulpiti dai quali si dovrebbe avere contezza dei fatti, sa che Casoli non è, né mai è stata “zona montana” ma beneficia di questo status grazie ad una deroga regionale (a rischio di decadimento) che nulla ha a che fare con quella nazionale riportata nelle legge di bilancio? Secondo voi, la situazione scolastica può essere analizzata esclusivamente dal punto di vista numerico?

Non trovate che se si continuasse a restare autonomi con numeri risicati si dovrebbe inevitabilmente procedere alla riduzione di classi e di indirizzi, con perdita di attrattività e con il rischio di ulteriore involuzione?

Chi ha davvero osservato e studiato i numeri avrà colto come il fenomeno del calo di iscritti riguardi in maniera evidente anche il "De Petra"? chi ha analizzato l’andamento demografico avrà compreso nel breve periodo l’ineluttabilità del decremento?

Perché si rivolgono osservazioni solo “alla perdita di iscritti dell’Istituto “A.Marino” e non si odono opinioni sul resto?

Si crede forse che le poche nascite che si registrano in ampi territori interni dipendano dalle dinamiche locali? Che il calo degli iscritti, già evidente nella scuola primaria, non ricadrà a breve anche sulla secondaria di I grado e poi a seguire? Eppure gli scuolabus comunali raggiungono ogni angolo del ns territorio...

Di fronte all’evidenza di tali numeri, quale alternativa si propone che non sia la creazione di un comprensivo verticale e che sia comunque più vantaggiosa dal punto di vista didattico, organizzativo, occupazionale? Aspettare due anni e convincere la TUA a mandare autobus nelle zone interne a prelevare bambini e ragazzi che non ci sono?

Su quali basi si afferma che l’eventuale creazione di un comprensivo verticale corrisponderebbe ad un “impoverimento” quando tutte le analoghe esperienze riportano un miglioramento evidente in termini di connessione con il territorio, di una migliore integrazione di competenze in senso orizzontale e verticale, di una maggiore capacità di orientamento e continuità tra ordini di scuola  diversi, di una maggiore stabilità traducibile in migliore programmabilità?

Certo, quelle degli omnicomprensivi sono scelte di necessità "nostro malgrado" ma spesso, agendo con competenza e lungimiranza, dalle necessità nascono nuove opportunità. 

Chi è contro pregiudizialmente ha avuto modo di confrontarsi con dirigenti, docenti, genitori di Atessa e Guardiagrele (per restare dalle nostre parti) per verificare la veridicità di quanto si afferma?

Cosa si risponde a chi contesta negli ultimissimi anni una gestione quanto meno ondivaga dell’attività di orientamento del “De Petra” verso l’”Algeri Marino” che poi si è tradotta in un calo di iscrizioni confermato dai numeri, tenendo conto che il sistema logistico e dei trasporti è rimasto sostanzialmente invariato nello stesso periodo così come l’offerta formativa dell’“A. Marino”, quest’ultima addirittura ampliata?

Non ritenete che le “pseudo-guerre" siano alimentate anche da chi utilizza bulimicamente ed in modo propagandistico argomenti e mezzi speculativi ed autoreferenziali?

Si ritiene produttivo che rappresentanti delle istituzioni impieghino tempo ed energie nella dialettica polemica tanto da renderla attività prevalente giornaliera [basta un semplice conteggio dei post (su spazi privati e istituzionali), delle risposte, dei messaggi whatsApp ecc. per verificare l’assiduità della frequentazione di tali ambienti virtuali e il tempo che vi si dedica] per poi magari essere costretti ad inseguire obblighi e scadenze, tipo approvare documenti scolastici di rito nei tempi consentiti o non riuscire ad intercettare finanziamenti di cui solo poche settimane prima si lamentava la mancanza?

È coerente invocare confronti pacati mentre contemporaneamente si strumentalizzano articoli di giornali, giudizi, opinioni, persino domande lecite inveendo malcelatamente su chi dissente? È corretto pubblicare comunicati politici sulle pagine istituzionali (le stesse sulle quali si pretende che l'amministrazione comunale condivida i propri comunicati ufficiali) facendo, di fatto, politica?

Chi sa spiegare perché l’orientamento interno del De Petra dipenderebbe (si veda il post della DS su FB del 10Dicembre 2021 – ore 17) dall’esito di un’eventuale dimensionamento? La deontologia professionale suggerisce che le famiglie conoscano ed apprezzino l’offerta formativa della scuola di grado successivo a prescindere, o che la conoscano solo se a dirigerla dovesse essere Tizio anziché Caio?

Si hanno notizie ufficiali e provate sulla volontà di chicchessia di stravolgere eventuali indirizzi che si ritiene funzionino? La scuola, le famiglie, gli alunni, il territorio sono risorse e valori imprescindibili o dipendenti da persone o situazioni?

Non credete che alla luce delle evidenze sopra esposte, che da parte di istituzioni attente richiederebbero tempestività ed azioni atte a prevenire anziché a temporeggiare, sarebbe più legittimo chiedere “cui prodest attendere” piuttosto che “cui prodest agire”?

A chi gioverebbe l’attesa di 2 anni con annessa, inevitabile accentuazione del problema? Chi pensate possa beneficiare

di questa perdita di tempo? Teniamo sotto osservazione un paziente le cui analisi (fondate anch'esse su numeri e tendenze) peggiorano man mano anziché praticare una terapia risolutiva?

Infine, ci sia consentita una domanda diretta alla DS D'Angelo: se dovesse toccare a lei, per requisiti di carriera, di anzianità, di titoli di preferenza o altro, dirigere l’eventuale istituto omnicomprensivo, come si porrebbe di fronte all'utilizzo del verbo cannibalizzare?

Lei che parla spesso di territorio e auspica correttezza e confronti armoniosi, non ritiene che questo verbo sintetizzi l’idea di lotta di supremazia, di mancanza appunto di armonia, di una voluta personalizzazione che fomenta polemiche e contrapposizioni?

Sapendo che molti amano esercitare confronti tra Casoli ed altri paesi, soprattutto quando si ritiene che questi siano penalizzanti per noi, sappiate che ad Atessa, a Guardiagrele, a San Salvo (importante paese costiero a governo centro-destra) il dibattito è stato vivo, in alcuni momenti acceso e forte, com'è giusto che sia in taluni momenti cruciali, ma non si sarebbe raggiunto il risultato più utile alla collettività se tutto fosse stato gestito all'insegna degli individualismi, della faziosità, della presunta lesa maestà.

L'anno nuovo è alle porte, il covid è sempre una minaccia e così i problemi ad esso collegati, cerchiamo di essere sereni, proattivi e uniti, preoccupandoci dell'interesse collettivo a beneficio di ogni singolo cittadino.

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