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Pizzoferrato. Il sindaco non ci sta e difende i propri concittadini: "Ricostruzioni fantasiose e folkloristiche"

Fagnilli smentisce le ricostruzioni fatte dai giornali bollandole come fantasiose e folkloristiche

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 Il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli, non ci sta e difende la propria comunità dalle accuse di incoscienza e superficialità, dopo le ricostruzioni fatte da molti giornali sulla causa dell’aumento dei contagi nel piccolo borgo. Ricostruzioni confermate, tra l’altro, dall’assessore della sanità Nicoletta Verì.

L’assessore nei giorni scorsi ha dichiarato all’ansa: “In alcune aree, come Pizzoferrato, nell'ambito del tracciamento dei contatti è emerso che all'origine dei contagi ci sono feste ed eventi tipici della tradizione abruzzese.” 

Il primo cittadino di Pizzoferrato, in un lungo post su Facebook, respinge al mittente le accuse e smentisce la narrazione dei fatti finora data.

“Purtroppo, accanto al dovere di cronaca e alla diffusione di dati reali ed effettivi, di bocca in bocca, di tastiera in tastiera, di pagina in pagina si sono rincorse anche le ipotesi, le congetture, le dicerie e le interpretazioni fantasiose e folkloristiche dei dati e delle cause” ha affermato il sindaco Fagnilli

“Pizzoferrato è stata aggredita dal Covid, come tantissime altre località dell’Abruzzo, dell’Italia e del Mondo, ma non a causa di uccisioni di maiali e di banchetti luculliani. – dichiara Fagnilli – E questo possiamo fornirlo come dato ufficiale: la eterogeneità dei contagi (dall’anziano che vive solo in casa al bambino, dalle frazioni al paese, dall’operaio al professionista) non consente di individuare la causa in un momento preciso e determinato che appartiene alla comunità. Nessuna convivialità incosciente, campagnola ed incivile. E questo sia ben chiaro a tutti.”

Stiamo lavorando. – prosegue il sindaco – Sta continuando la campagna di screening, attraverso il personale della Asl e oggi, e lo dico con reale commozione e senso di riconoscenza, la nostra gente si è recata ad eseguire il tampone, nonostante imperversasse la bufera e nonostante i mezzi che ci sono stati concessi non consentissero una celerità nelle operazioni.”

"Intere famiglie, – conclude Fagnilli – erano in attesa composta, aspettando il proprio turno ed anche i più piccini, vestiti con il tutone colorato per la neve e non per andare a sciare, ma per andare a fare il tampone; queste immagini dolorose, ma di profonda ed umana bellezza, resteranno impresse nella mia memoria per il resto della mia vita.

Ecco questa è la comunità di Pizzoferrato, che io rappresento: gente che non si arrende, con una grande forza, senso di responsabilità, di solidarietà e di generosità, gente il cui spirito ti entra nell’anima.”

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