Il Delegato abruzzese per il WWF, Luciano Di Tizio, ha inviato un nuovo appello al Presidente, Luciano DâAlfonso, al Sottosegretario con delega allâAmbiente, Mario Mazzocca, e agli Assessori allâAgricoltura, Dino Pepe e ai Parchi Donato Di Matteo, affinché la Regione voti contro ogni ipotesi di introduzione di abbattimento dei Lupi.
Nel passato lâAbruzzo ha avuto un ruolo fondamentale per la salvezza del Lupo dallâestinzione in Italia. à da qui, infatti, che uno dei pochissimi nuclei sopravvissuti alla caccia protrattasi fino a pochi decenni fa è riuscito a riconquistare tutta la dorsale appenninica arrivando fino alle Alpi. Sarebbe veramente vergognoso che proprio la Regione Abruzzo desse il suo avallo agli abbattimenti di questo splendido animale, peraltro fondamentale per contrastare lâespansione dei cinghiali (studi scientifici hanno dimostrato che lâ80% della dieta dei lupi è costituita da cinghiali).
Il 2 febbraio prossimo è prevista la riunione della Conferenza StatoâRegioni nel corso della quale i Presidenti delle Regioni saranno chiamati ad approvare il Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia, che per la prima volta dagli Anni â70 prevede la possibilità di consentirne lâabbattimento legale. Una scelta che non è suffragata da dati certi né sulla consistenza della distribuzione della specie a livello nazionale, né sullâattuale incidenza del bracconaggio.
Il WWF, a nome degli oltre 190mila italiani che hanno firmato la petizione SOSlupo, insiste perché si eviti questa follia. Il 27 gennaio Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, ha indirizzato una lettera aperta ai presidenti di tutte le Regioni italiane nella quale si spiegano le ragioni per cui è profondamente sbagliato far ricorso alle uccisioni.
Un analogo appello è stato rivolto sabato scorso al premier Paolo Gentiloni dalla neonata Community WWF YOUng, della quale fanno parte giovani attivisti e ricercatori di tutta Italia. âLe chiediamo, signor Presidente, di non riportarci indietro di quarantâanni, al tempo del lupo cattivo delle favoleâ, hanno scritto i giovani ambientalisti ricordando come studi internazionali abbiano ampiamente dimostrano che lâuccisione di singoli esemplari destruttura i branchi dâorigine, come accade nei numerosi casi di bracconaggio, e peggiora la situazione anziché risolverla, spingendo gli altri lupi ad aumentare le predazioni sugli animali domestici. Lâunica strada è quella della prevenzione dei danni, praticabile grazie ai fondi già disponibili dei Piani Sviluppo Rurale, per aiutare concretamente gli allevatori e rendere i metodi di allevamento compatibili con la presenza spontanea del lupo.