Estrazione del Gas dal Lago di Bomba: Legambiente, WWF e Comitato dei cittadini si rivolgono alla Regione

"Dopo la contrarietà, serve un atto politico forte per far valere il parere dell’Abruzzo al Ministero”

Redazione
13/10/2017
Ambiente
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Un progetto a lungo discusso, con qualche ritorno e con l’interesse dei cittadini e delle associazioni a dire “No” all’istanza della CMI Energia S.p.a. per la coltivazione del giacimento di gas naturale denominato “Colle Santo” che coinvolge diversi comuni del territorio e che prevede inoltre la realizzazione di un gasdotto e di una raffineria a Paglieta.

Cittadini così come la Regione e le Istituzioni hanno già espresso la propria contrarietà inoltrando pareri contrari alla realizzazione, ma sono proprio le associazioni a chiedere di compiere ancora un’azione, questa volta politica, affinché il progetto venga definitivamente bocciato dal Ministero.

In un comunicato diffuso il Comitato di Cittadini “Gestione Partecipata del Territorio” di Bomba e le Associazioni Legambiente e WWF tornano a sollevare un intervento “nell’imminenza della decisione e vista la totale chiusura del comitato Via del Ministero, riteniamo che non ci si possa limitare ai soli atti formali, e chiediamo alle istituzioni locali tutte di compiere degli atti politici forti che abbiano un adeguato risalto mediatico nazionale per far valere il parere dell’Abruzzo al Ministero dell’Ambiente. Per questo chiediamo al Presidente D’Alfonso e alla giunta regionale abruzzese di farsi promotrice e di essere prima firmataria, insieme alla Provincia di Chieti e a tutti i sindaci dei Comuni interessati, di due documenti che ribadiscono la contrarietà del territorio al progetto presentato dalla CMI energia S.p.A.”.

Come si legge ancora nel comunicato, le associazioni sollecitano a sottoscrivere “Una diffida al Ministero dell’Ambiente a non esprimere parere favorevole nei confronti di un progetto bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato, su ricorso, tra gli altri, della stessa Regione Abruzzo, e respinto a tutti i livelli dagli Enti locali” e a sottoscrivere, inoltre “Una richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di ritirare il Permesso di Ricerca denominato “Colle Santo”, visto che lo stesso Ministero aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato affinché non si procedesse alla coltivazione del giacimento per i forti rischi idrogeologici. Al Ministero sarà richiesto, anche, di deliberare definitivamente l’impossibilità di sfruttare il giacimento di gas naturale di Bomba affinché non si possa ripresentare in futuro un ulteriore “nuovo” progetto.”.

Una posizione chiara, espressa già dalle istituzioni, ma che secondo le associazioni necessità di un ulteriore passo per far valere la posizione di fronte al Ministero a proposito di un progetto per il quale sono state già compiute la necessarie valutazioni, in base a fattori ambientali e riguardo a rischi legati al fenomeno di subsidenza che potrebbe portare al cedimento della diga di Bomba.

Una questione che, a partire dalla riproposizione del progetto, ha raccolto e tenuto uniti molti cittadini presenti nel corso delle numerose assemblee, oltre agli atti di contrarietà espresse anche in maniera formale da parte delle amministrazioni locali i cui territori ricadrebbero all’interno del progetto.

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