Un progetto a lungo discusso, con qualche ritorno e con lâinteresse dei cittadini e delle associazioni a dire âNoâ allâistanza della CMI Energia S.p.a. per la coltivazione del giacimento di gas naturale denominato âColle Santoâ che coinvolge diversi comuni del territorio e che prevede inoltre la realizzazione di un gasdotto e di una raffineria a Paglieta.
Cittadini così come la Regione e le Istituzioni hanno già espresso la propria contrarietà inoltrando pareri contrari alla realizzazione, ma sono proprio le associazioni a chiedere di compiere ancora unâazione, questa volta politica, affinché il progetto venga definitivamente bocciato dal Ministero.
In un comunicato diffuso il Comitato di Cittadini âGestione Partecipata del Territorioâ di Bomba e le Associazioni Legambiente e WWF tornano a sollevare un intervento ânellâimminenza della decisione e vista la totale chiusura del comitato Via del Ministero, riteniamo che non ci si possa limitare ai soli atti formali, e chiediamo alle istituzioni locali tutte di compiere degli atti politici forti che abbiano un adeguato risalto mediatico nazionale per far valere il parere dellâAbruzzo al Ministero dellâAmbiente. Per questo chiediamo al Presidente DâAlfonso e alla giunta regionale abruzzese di farsi promotrice e di essere prima firmataria, insieme alla Provincia di Chieti e a tutti i sindaci dei Comuni interessati, di due documenti che ribadiscono la contrarietà del territorio al progetto presentato dalla CMI energia S.p.A.â.
Come si legge ancora nel comunicato, le associazioni sollecitano a sottoscrivere âUna diffida al Ministero dellâAmbiente a non esprimere parere favorevole nei confronti di un progetto bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato, su ricorso, tra gli altri, della stessa Regione Abruzzo, e respinto a tutti i livelli dagli Enti localiâ e a sottoscrivere, inoltre âUna richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di ritirare il Permesso di Ricerca denominato âColle Santoâ, visto che lo stesso Ministero aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato affinché non si procedesse alla coltivazione del giacimento per i forti rischi idrogeologici. Al Ministero sarà richiesto, anche, di deliberare definitivamente lâimpossibilità di sfruttare il giacimento di gas naturale di Bomba affinché non si possa ripresentare in futuro un ulteriore ânuovoâ progetto.â.
Una posizione chiara, espressa già dalle istituzioni, ma che secondo le associazioni necessità di un ulteriore passo per far valere la posizione di fronte al Ministero a proposito di un progetto per il quale sono state già compiute la necessarie valutazioni, in base a fattori ambientali e riguardo a rischi legati al fenomeno di subsidenza che potrebbe portare al cedimento della diga di Bomba.
Una questione che, a partire dalla riproposizione del progetto, ha raccolto e tenuto uniti molti cittadini presenti nel corso delle numerose assemblee, oltre agli atti di contrarietà espresse anche in maniera formale da parte delle amministrazioni locali i cui territori ricadrebbero allâinterno del progetto.