Sono stati tutti assolti dal giudice del tribunale di Lanciano, Maria Teresa Pesca, gli imputati nel processo per la presunta maxitruffa ai danni dalle Honda Italia.
Tra gli imputanti nel processo c’erano Silvio Di Lorenzo, ex vicepresidente di Honda Italia ed ex direttore dello stabilimento di Atessa, i figli Matteo Romolo e Francesco, due manager di aziende che facevano affari con il colosso giapponese, Pietro Rosica e Gabriele Domenico Scazzi, e Antonio Di Francesco.
l colosso nipponico aveva ritenuto alcuni servizi, commissionati dall’ex amministratore del più grande stabilimento industriale di Honda in Europa, gravemente lesivi per le finanze dell’azienda e il tribunale aquilano ha avvallato la tesi giapponese.
Per questi fatti i sei erano stati accusati a vario titolo dal reato di truffa semplice, al quale era stata aggiunta l’aggravante del reato di associazione a delinquere per l’ex direttore. Quest’ultima accusa è poi venuta meno.
Oggi il giudice Pesca ha proclamato l’assoluzione dai capi d’accusa per i sei imputati per sopravvenuta prescrizione del reato. Adesso bisognerà attendere 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza che dovranno essere depositate.
Piena soddisfazione è stata espressa dal legale di Silvio Di Lorenzo, l’avvocato Augusto La Morgia, che aveva sostenuto durante tutto il dibattito l’estraneità ai fatti del proprio assistito. La difesa, però, non si vuol fermare qui e ricorrerà in appello per ottenere l’assoluzione piena per non aver commesso il fatto.
Nel novembre del 2021 la Honda aveva vinto una causa civile presso il tribunale delle imprese dell’Aquila, il quale aveva condannato gli imputati a risarcire l’azienda giapponese per un importo pari a 6,25 milioni di euro, in seguito ad un’azione giudiziaria intrapresa da quest’ultima nel 2014.
Infine, la multinazionale del Sol Levante si era costituita parte civile chiedendo un risarcimento per danni per un milione di euro.