Il buon pastore

Commento al Vangelo della IV Domenica di Pasqua

Don Davide Spinelli
07/05/2017
Religione
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Abbiamo mai notato in fotografia o in televisione la croce di Papa Francesco? È quella che gli era stata regalata più di quindici anni fa dal vescovo di Buenos Aires. Riporta l’effige del Buon Pastore, che tiene sulle spalle una pecorella affaticata, mentre il resto dell’ovile è dietro di lui. In alto la colomba dello Spirito Santo vigila e ispira.

Sono molti i vescovi e i sacerdoti che hanno scelto questo come simbolo del proprio servizio alla Chiesa. Segno che si tratta di una delle immagini più felici e significative coniate da Gesù per se stesso e per i suoi collaboratori.

La liturgia di oggi ripropone le caratteristiche del buon pastore in varie letture: il salmo, la lettera di San Pietro, il vangelo di Giovanni. Quel pastore conosce le sue pecore e le chiama per nome; le custodisce, le porta fuori e le guida, camminando davanti a loro; è disposto a dare la vita per chi gli è stato affidato.

Gesù è proprio così. Certo che sarebbe bello avere pastori come lui, nelle nostre parrocchie. Sacerdoti che mettono al centro della propria missione la conoscenza e l’accompagnamento delle persone; che guidano i fedeli nella giusta direzione del Cristo; che danno vita costruendo e servendo la comunità.

Per i nostri pastori, ideali o meno, graditi o no, non deve mai mancare la preghiera. Oggi è la giornata mondiale delle vocazioni. Chiamiamo a Dio nuovi pastori, e soprattutto pastori santi. Qualcuno che si dedichi completamente alla Chiesa, non per trarne un vantaggio, ma per moltiplicare la vita e renderla abbondante.  

(Gv 10, 1-10)

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