Siamo oltre il ventesimo giorno di guerra in Ucraina. La popolazione continua a vivere sotto la minaccia costante delle bombe e dei raid russi, chi può scappa dalle città per rifugiarsi in campagna o oltre confine.
Le ultime notizie parlano dellâavanzata dellâarmata russa ormai arrivata in prossimità delle città più grandi del Paese. Ora i soldati di Mosca si preparano allâassedio, mentre lâesercito ucraino, guidato dal governo Zelensky, continua a resistere anche grazie alle armi fornite dai paesi occidentali.
Ad oggi, secondo lâAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati sono 3.169.897 le persone fuggite finora dallâUcraina.
Una buona parte di essa si è distribuita automaticamente nei paesi dellâUe trovando alloggio presso parenti ed amici, a volte amici di amici o addirittura sconosciuti che hanno messo a loro disposizione una stanza della loro casa. Lâaltra parte si trova nei campi per rifugiati in Polonia o in Romania.
Noi di Valsangro.net abbiamo voluto sentire dalla comunità ucraina, residente in Val di Sangro, come stesse vivendo questa situazione. Sono poche le persone che accettano di parlare per paura di una ritorsione contro familiari o amici rimasti ancora sul suolo ucraino.
Però siamo riusciti a trovare un cittadino ucraino, residente da oltre 10 anni nel centro storico di Altino, che ha accettato di rispondere alle nostre domande. Lui si chiama Volodymyr.
à originario di Ivano-Frankivsk, che distanza 133 km dallâormai tragicamente famosa Leopoli, e fa il saldatore da anni per unâazienda della Val di Sangro.
Dopo le solite formalità iniziali, accetta subito di rispondere alle nostre domande. La prima domanda non può che essere rivolta a scoprire quale sia stato il suo primo pensiero alla notizia dellâinizio dellâinvasione russa del proprio paese.
âDobbiamo ricordare - ci dice - che guerra per me e per il mio popolo è cominciata nel 2014. E io come tante persone sapevamo che sarebbe finita così. Io spesso guardo la TV russa. Loro parlavano chiaro. Vogliono ripristinare i confini dellâURSS negli anni 80. E se cade Ucraina non sarà la fine della guerra ma solo lâinizio.â
Quindi era una cosa che lei si aspettava?
âSi, sperando che accadesse. Ognuno di noi sogna pace e felicità .â
E quale è il primo pensiero che ha avuto quando la Russia aveva invaso la sua nazione?
âUn dolore forte per genitori, mogli e figli che perderanno figli, mariti e padri.â
Ha parenti in Ucraina?
âDue settimane fa siamo andati con la macchina a prendere nostra nuora con i due bambini di 7 ed 1 anno. Nostro figlio è rimasto. Fa parte della guardia territoriale. Sono rimasti pure mio padre ed il figlio di mio fratello, e tanti parenti.â
Li ha sentiti ultimamente?
âCi sentiamoci parecchie volte al giorno. Abbiamo paura del peggio. Mio figlio può essere richiamato dallâesercito in qualsiasi momento.â
Posso chiederle che mestiere faceva prima della guerra?
âLavora ancora in ufficio allâinterno di una fabbrica chimica. Si occupa di fornitura del gas ed energia per aziende e privati cittadini. Dopo il lavoro fa la guardia notturna in un posto di blocco per impedire movimenti dei sabotatori.â
Cosa le racconta? Come vive lui questo momento?
âMale, come prima cosa câè la sofferenza per la lontananza dalla moglie e dai figli. Poi lâincertezza per un domani che potrebbe non esserci.â
A questo punto Volodymyr ci fa vedere la foto di un ragazzo. Ã il figlio del sindaco della sua cittadina dâorigine morto, il giorno prima della nostra intervista, durante mentre difendeva il proprio paese dai russi. Aveva 26 anni.
Due ultime domande. Cosa pensa che avverrà ? E che messaggio vuole mandare alle persone qui in Italia?
âNoi dobbiamo resistere. Il nostro popolo ha scelto di combattere e morire con onore, invece di una vita da schiavi, senza degnità . Se noi resteremo più lungo, lui (Putin) come tutti dittatori, cadrà per mano dei suoi. Il mio messaggio è che la vita si ha solo una volta quindi noi dobbiamo ricordare sempre le persone che hanno perso la vita per il nostro presente e futuro, per la nostra libertà .â
Volodymyr sul finire della nostra chiacchierata ci tiene a âringraziare la comunità di Altino, i nostri cari amici italiani, il sindaco e parroco per la raccolta di aiuti per rifugiati, che noi col loro aiuto siamo riusciti a consegnare in Ucraina. à grandissimo aiuto per la resistenza. LâAbbiamo fatto, dobbiamo farlo oggi, perché il domani potrebbe non esserci.â
Dobbiamo dirlo è unâintervista che ci ha commosso molto. Le parole fiere di Volodymyr ci fanno capire veramente come la comunità ucraina del nostro territorio stia passando questo momento e come essa guardi alla tragica situazione della propria Patria.