Io sono la risurrezione e la vita

Il commento al Vangelo della V Domenica di Quaresima

Don Davide Spinelli
02/04/2017
Religione
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La risurrezione di Lazzaro è indubbiamente il miracolo più strabiliante della vicenda di Gesù. Una del Signore della Vita, forse ancor più incisiva della sua risurrezione.

In quell’occasione, infatti, furono testimoni soltanto i suoi amici. A Betania, invece, probabilmente videro la risurrezione anche coloro che di lì a poco, a Gerusalemme, fecero di tutto per toglierselo di torno. Non bastò a convincerli della bontà delle sue affermazioni, né del fatto che Gesù veniva da Dio. D’altronde, l’aveva anticipato lui stesso: “Non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” (Lc 16, 31)

Oggi la convinzione di una vita dopo la morte si appoggia sulle più varie tradizioni religiose, su considerazioni filosofiche e persino scientifiche, a considerare la fisica quantistica e le dimensioni inesplorate dell’universo.

Per i cristiani, però, Gesù è molto di più di colui che dimostra la possibilità della risurrezione. Lui è risurrezione e vita. Non conta il tempo che ci metterà ad arrivare. Non è un problema il sepolcro dove l’hanno messo o la pietra che l’ha sigillato. Questa volta non è neppure necessaria la fede di chi si è salvato, certamente morto e non più in grado di intendere e scegliere. Gesù riconsegna la vita a questa famiglia, restituendo gioia, speranza, amore, entusiasmo e forza. Ci auguriamo che in quel villaggio qualcuno abbia avuto fede anche nei giorni successivi, quando Gesù sarebbe stato ucciso. Evidentemente il Signore della Vita sarebbe stato tale anche lì.  

 

Gv, 11, 1-45

 

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