Ora è possibile impedire la caccia sul proprio terreno con una semplice tabella

Da oggi sarà possibile impedire la pratica della caccia sul proprio terreno apponendo una semplice tabella

La redazione
24/02/2021
Attualità
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Da oggi si potrà impedire lo svolgimento della caccia all'interno del proprio territorio o fondo agricolo con una semplice tabella senza dover ricorrere alla costruzione di muri o recinti.

La Regione Abruzzo, che inizialmente aveva negato questa possibilità, ha diramato una nuova circolare la quale vista l’approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio consente ai cittadini questa possibilità

Nei giorni scorsi molte erano state le diffide da parte dei cittadini dopo il primo diniego da parte dell’ente regionale sa questa possibilità.

Ora una comunicazione dal Dipartimento Agricoltura consente di poter esercitare tale diritto solo con apposizione di tabelle.

Il WWF Abruzzo aveva lanciato una campagna web subito dopo l’approvazione del Piano faunistico-venatorio per evidenziare come fosse possibile escludere dalla caccia il proprio terreno. 

È assurdo, dicono dal WWF, che quello che può essere vietato a un escursionista, sia invece consentito ad una persona armata di fucili estremamente pericolosi, come dimostrano le decine di vittime della caccia che si registrano ogni anno.  

“La Regione Abruzzo ha ostacolato in ogni modo l’esercizio di questo diritto, - Dichiara Claudio Allegrino, coordinatore delle Guardie Giurate Volontarie del WWF Abruzzo - ovvero quello di poter impedire la caccia sul proprio territorio: al contrario di altre Regioni non ha provveduto a pubblicizzare quanto previsto dalla legge, non ha predisposto spazi sul sito web istituzionale con riferimento alle modalità, alle disposizioni generali e alle condizioni di ammissibilità riferite alle richieste di sottrazione dei fondi agricoli all’attività venatoria, non ha indicato a quale Servizio dovesse essere presentata la richiesta, non ha reso disponibile la modulistica, ma anzi ha inviato ai cittadini che avevano fatto regolare richiesta di interdizione alla caccia dei propri terreni, lettere fuorvianti con riferimenti normativi sbagliati”.

Le nostre doglianze – aggiunge Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo, - anche questa volta si sono dimostrate corrette.

Dispiace constatare come la materia venatoria e quella sulla tutela della fauna selvatica vengano ancora oggi considerate dall’Amministrazione regionale come affare di pochi e non di interesse comune.”

“Già da settembre 2020 – conclude la Ricci - il WWF Abruzzo ha chiesto alla Regione di applicare la legge sul divieto di caccia sui propri terreni: ci sono voluti 6 mesi per poter ottenere tale diritto, chiaramente sancito dalla normativa nazionale”.

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