Metanodotto Larino Chieti: Legambiente torna a ribadire l’inutilità dell’opera dopo il decreto autorizzativo del Ministero

Nelli “Di nessuna rilevanza pubblica e non in linea con gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale”

Legambiente Abruzzo
28/06/2018
Attualità
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L’associazione ambientalista ricorda che il tracciato di una lunghezza di 110 km che attraverserebbe tre province Campobasso, Chieti e Pescara interessando 26 comuni: Cupello, Furci, Monteodorisio, Scerni, Pollutri, Casalbordino, Paglieta, Lanciano, Castel Frentano, Orsogna, Poggiofiorito, Filetto, Casacanditella, Bucchianico, Casalincontrada, Chieti, Cepagatti, Rosciano, Pianella. In Molise: Larino, Guglionesi, Montecilfone, Palata, Montenero di Bisaccia, Tavenna, Mafalda e numerose aree protette a livello europeo: ben 16 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 1 ZPS (Zona di Protezione Speciale). In Abruzzo i SIC sfiorati sono: “Monti Frentani e Fiume Treste”; “Lago di Serranella e Colline di Garenna”; “Calanchi di Bucchianico (Ripe dello Spagnolo)”. Quelli direttamente attraversati “Bosco di Mozzagrogna (Sangro)”; “Boschi ripariali sul Fiume Osento”; “Fiume Trigno (medio e basso corso); “Gessi di Lentella”.

“Le aree interessate sono fortemente sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico.  Il gasdotto – dichiara Luzio Nelli di Legambiente Abruzzo – non è strategico ai fini dei consumi del gas in quanto ci troviamo di fronte a una consistente riduzione, ma è strumentale solo per chi lo realizza, in quanto per stessa ammissione del proponente serve a connettere le aree per realizzare pozzi di stoccaggio. Tutto questo sarà meramente funzionale a sole logiche privatistiche e di mercato e non di servizio pubblico. Va ricordato che la SEN prevede la totale decarbonizzazione entro il 2025 con il raggiungimento del 55% dei consumi energetici da fonti rinnovabili (184 miliardi di chilowattore all'anno). Per raggiungere questi obiettivi bisogna aumentare del 70% l’energia prodotta da fonte rinnovabile cioè dovremmo raddoppiare la potenza fotovoltaica installata. Visto il calo della produzione di energia rinnovabile in questi ultimi anni, causata soprattutto dai ritardi del nostro paese sulle pianificazioni di fonti alternative, viene spontaneo chiedersi come faremo a colmare e a raggiungere entro il 2025 la quota del il 55%?”

“Riuscirà questo governo a dare forza alla sen e a fermare nella nostra regione la deriva ad un eccessiva infrastrutturazione del gas (estrazione lago di Bomba con annessa raffineria comune di Paglieta e centrale Snam di Sulmona)? Se continuiamo a far finta di scegliere, - conclude Luzio Nelli – continuando a puntare sul gas con questi numeri la rivoluzione energetica si fermerà e con essa anche le già deboli politiche inerenti i cambiamenti climatici.”

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