ATESSA – Un weekend a porte aperte per i luoghi più belli della cultura e della storia, si è conclusa così la 26° edizione delle Giornate Fai di Primavera.
Quest’anno grazie alla Delegazione Fai Vasto e all’aiuto dei volontari è stata protagonista anche la città di Atessa tra le tappe di un viaggio che i visitatori hanno percorso lungo le vie del centro storico: cinque i luoghi aperti per questa occasione e solitamente chiusi al pubblico, oltre a Chiese e Musei della città che hanno accolto visitatori e appassionati.
Un evento che ha tenuto fede a quelli che sono gli obiettivi del Fai (Fondo Ambiente Italiano) con un bel successo di pubblico nel corso delle due giornate, molti provenienti anche dalle altre province dell’Abruzzo e qualcuno anche da fuori regione, per conoscere e contribuire a valorizzare una parte della cultura intima del territorio alla quale aggiungere anche tradizione e tipicità dei prodotti locali e di antiche lavorazioni.
A fare da perfetti ciceroni sono stati i giovani studenti del Liceo Scientifico di Atessa, preparati e attenti ai dettagli, che con le parole hanno saputo affiancare i passi e gli occhi di molti. Una partecipazione ed un impegno che hanno dimostrato come le più giovani generazioni sappiano anche raccontare e osservare il passato con uno sguardo attento, e non sono mancate neanche le domande e qualche curiosità che i ragazzi hanno saputo abilmente chiarire. Giovani entusiasti di raccontare e illustrare quei tesori a portata di mano, ma anche con la voglia e la volontà di essere protagonisti di un passato che li appartiene.
Per le due giornate l’accoglienza nei cinque luoghi che hanno scandito il percorso nel centro storico: dalla sconsacrata Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati del XIV secolo, il luogo sottostante alla Chiesa della Madonna della Cintura, tra le volte a crociera e gli antichi oggetti di falegnameria custoditi dopo che venne destinata a magazzino e falegnameria; il Palazzo Carunchio del XIX secolo caratteristico per gli elementi stilistici e in cui si custodiscono ancora botti e strumenti per la produzione del vino nella cantina ipogea che si affaccia sul giardino in uno dei profili di Atessa; la Chiesa di Santa Croce la cui struttura risale al XIV secolo ed in cui sono ben visibili i rimaneggiamenti barocchi successivi, tra la statua della Madonna delle Grazie a cui è legata una suggestiva leggenda e la cappella dell’Immacolata Concezione dell’artista atessano Falcucci; il Palazzo Marcone, antico risalente al XVII secolo che è stata anche dimora delle truppe tedesche al tempo della guerra e che nella parte rustica sotterranea conserva ancora il frantoio dell’antica tradizione nella produzione dell’olio; a concludere la Sala degli Specchi all’interno di Palazzo Codagnone in cui spiccano gli affreschi che narrano scene e panorami della città di Atessa.
Molti i visitatori soddisfatti ed entusiasti anche delle parole dei giovani ciceroni, “Un’occasione da ripetere più spesso” il commento di molti, due giornate Fai che hanno regalato un volto insolito della città e che hanno fatto riscoprire alcuni tesori anche a chi vive Atessa da sempre.
